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FUNGHI TOSSICI e VELENOSI: Sindromi tossiche

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Messaggio Da Santi S Ven Set 11, 2015 11:59 am

FUNGHI TOSSICI e VELENOSI: Sindromi tossiche

Sono considerati tossici e velenosi quei funghi che anche dopo prolungata cottura provocano effetti tossici di varie entità. Pur se la delimitazione tra funghi tossici e velenosi non è netta, si usa indicare come velenosi quelli che, anche in piccole dosi, dopo le cure mediche conseguenti all'ingestione lasciano comunque gravi conseguenze per tutta la vita e alle volte portano inevitabilmente alla morte. Quelli tossici dopo le cure ospedaliere consentono, nella maggior parte dei casi, una normale ripresa dello stato di salute, ma non sono da sottovalutare in quanto la loro pericolosità dipende dalle quantità ingerite e dallo stato di salute generale, tanto che anche questi nei casi più gravi possono portare alla morte.

I funghi possono provocare due tipi di sindromi: sindromi a breve latenza e sindromi a lunga latenza.

FALSI AVVELENAMENTI (NESSUN RISCHIO PER LA VITA)
Si possono presentare tre possibili situazioni:
1) Si possono manifestare disturbi, dopo l'ingestione di funghi, dovuti a intolleranza agli stessi. La causa è dovuta alla mancanza di un enzima: il trialase. Questo causa l'impossibilità di scindere il trealosio, un disaccaride di cui sono ricchi i funghi, anche i porcini. Ciò provoca fermentazione, dolori addominali, diarrea, tutti sintomi di non grave entità da non confondere con i più gravi effetti gastroenterici provocati da vere intossicazioni.
2) I funghi sono alimenti di difficile digestione, per cui se consumati in abbondanza possono provocare indigestioni.
3) La paura di aver ingerito funghi velenosi può provocare disturbi quali nausea, cefalea, disturbi cardiovascolari, diarrea. Il controllo preventivo dei funghi da parte di micologi toglie queste paure.

SINDROMI A BREVE LATENZA (BASSO RISCHIO PER LA VITA)
I sintomi compaiono da 30 min. a 6 ore dal consumo e si risolvono solitamente in circa 24
ore ma non è escluso il manifestarsi di serie complicazioni.
Sindrome GASTROINTESTINALE: nausea, vomito, diarrea,dolori addominali, disidratazione.
In numerose specie sono stati identificati i principi attivi che causano le più frequenti intossicazioni. Si può differenziare la sindrome gastroenterica in: Sindrome olearia (Omphalotus olearius, ...), Sindrome da Boletus a pori rossi (Boletus satanas, ...); Sindrome cripto-manica (da funghi avariati, vecchi e/o marci), ecc...
Sindrome PANTERINICA (o mico-atropinica): sonnolenza, agitazione, disorientamento, convulsioni.
Latenza da 30 a 180 minuti.
Principali sintomi: disturbi digestivi alle volte assenti, disturbi neuropsichici che vanno dal capogiro, barcollamento, euforia, collera, tremori, stato confusionale, dilatazione e restringimento della pupilla, incoordinazione dei movimenti, eccitazione o depressione, sino alle crisi convulsive, allucinazioni e sopore, coma, raramente anche morte.
Specie responsabili: Amanita pantherina,  Amanita  muscaria e loro varietà e forme; è sospetta anche Amanita junquillea (= Amanita gemmata).
Sindrome MUSCARINICA  (Sindrome sudoripara): sudorazione, lacrimazione, ipotensione, difficoltà respiratorie.
Latenza di 15-180 minuti dall'ingestione.Il principio attivo tossico è la muscarina, una sostanza idrosolubile e resistente al calore.
Principali sintomi: cefalea, dolori addominali, ipersalivazione, intensa sudorazione cutanea, nasale e bronchiale, lacrimazione, tremori e bradicardia, miosi pupillare, broncocostrizione. L'intensa perdita di liquidi può portare a disidratazione. La terapia, oltre alla decontaminazione gastrica, prevede l’uso di atropina.
Specie responsabili: Clitocybe della Sez. Candicantes e Lignatiles tra cui, Clitocybe dealbata, C. cerussata, C. rivulosa, C. fragrans numerose Inocybe, tra cui I. asterospora, I. cervicolor, I. praetervisa, I. geophylla, I. rimosa (= I. fastigiata); Mycena pura, M. rosea, M. pelianthina. Vanno comunque considerate tossiche tutte le Clitocybe bianche di piccola taglia e tutte le Inocybe. La muscarina pur se è stata isolata su Amanita muscaria si trova in quantità insignificanti in tale fungo.
Sindrome PSICOTROPA (e psilocibinica):
Specie responsabili: Inocybe aeruginascens, I. calamistrata, Panaeolus subalteatus, Psilocybe fimetaria, P. semilanceolata, P. cyanescens; alcune Stropharia, Conocybe cyanopus, Amanita muscaria, A. pantherina, Gymnopilus spectabilis.
Specie psicotrope non contenenti psilocibina: Mycena pura, Lycoperdon perlatum e L. piriforme, Hygrophoropsis aurantiaca, Amanita citrina, Pholiota squarrosa e P. adiposa, Cortinarius infractus.
Principali sintomi: disturbi gastrointestinali quali nausea, vomito, allucinazioni uditive, visive con colori molto vivi e olfattive, midriasi, sensazione di sognare, perdita della nozione del tempo.
Sindrome COPRINICA (effetto antabuse):
Latenza quasi istantanea in concomitanza con l’assunzione di bevande alcoliche, l'effetto può durare più giorni.
Specie responsabili: Coprinus atramentarius, Coprinus micaceus e C. alopecia, Pholiota squarrosa; sono sospette Clitocybe clavipes, Boletus luridus, Verpa bohemica.
Principali sintomi: congestione con arrossamento del collo e del viso, vampe di calore, cefalea, tachicardia, aritmia, ipotensione, vertigini, perdita delle forze, sudorazione e stordimento. I sintomi possono ricomparire nei giorni successivi all'assunzione di sostanze alcoliche. La sintomatologia regredisce spontaneamente o con l'assunzione di farmaci specifici.
Sindrome PAXILLICA (o citotossica-allergica):
Latenza da 1 a 3 ore e più, talvolta soltanto a seguito di ingestioni successive ravvicinate.
Principali sintomi: alla prima assunzione un antigene provoca la formazione di anticorpi tali da sensibilizzare i globuli rossi, senza dare ulteriori sintomi o solo lievi disturbi intestinali quali nausea, vomito, diarrea. Dopo le assunzioni successive, soprattutto dopo un lasso di tempo ravvicinato, può manifestarsi una gastroenterite acuta seguita da una grave reazione immunoemolitica, con rottura dei globuli rossi e fuoruscita dell'emoglobina in essi contenuta. Ciò porta a ittero, emoglobinuria, oliguria, grave anemia, insufficienza renale, collasso con perdita della coscienza, shock e possibile morte se non vengono praticate cure adeguate. La reazione è individuale e colpisce solo le persone predisposte. Altri sintomi sono: ipercreatinimia, leucocitosi, degenerazione grassa del cuore e del fegato, complicazioni renali, dispnea, uremia.
Specie responsabili: Paxillus involutus, P. atrotomentosus, Paxillus rubicundulus (= P. filamentosus).
Sindrome EMOLITICA o emolisinica (da funghi tossici allo stato crudo ):
Sono responsabili le emolisine, tossine termolabili a 60-65°C in 30 minuti o a 100° per 10 minuti (è quindi sufficiente una buona cottura per rendere queste tossine inoffensive e il fungo può essere consumato).
Principali sintomi: disturbi gastrointestinali, quali nausea, vomito, diarrea, seguiti da emoglobinuria, pallore, oliguria, ittero emolitico. Nei casi più gravi è necessaria la diuresi forzata ed emotrasfusioni.
Specie responsabili: un certo numero di funghi commestibili risultano tossici allo stato crudo o poco cotti,, e diventano commestibili dopo una idonea cottura (altri velenosi invece restano tossici anche dopo prolungata cottura in quanto contengono anche altre tossine).
Alte concentrazioni di emolisine sono contenute in: Amanita rubescens, Amanita vaginata s.l. Armillaria mellea, Morchella s.l., Boletus luridus, Boletus erythropus, Macrolepiota procera, Suillus luteus, Lepista nuda, Pleurotus ostreatus, Agrocybe aegerita, Flammulina velutipes, Laetiporus sulphureus, ecc.
La cottura è quindi e comunque sempre raccomandabile anche per rendere inattivi i batteri, microbi, larve, ecc.
Sindrome di SZECHWAN:
Principali sintomi: provoca emorragie interne ed esterne più o meno gravi.
Specie responsabili: Auricularia polytricha (=Hirneola polytricha), sospetta Auricularia auricula-judae.

Queste sindromi precoci sono le meno pericolose in quanto consentono un rapido ricorso alle cure mediche ed una precoce espulsione delle sostanze tossiche non ancora completamente assimilate.
I primi interventi in caso di sindromi a breve incubazione consistono nel far procurare il vomito. Dovranno evitarsi bevande alcooliche o che abbiano incidenza sul sistema nervoso.


SINDROMI A LUNGA LATENZA (ALTO RISCHIO PER LA VITA)
I sintomi compaiono da 6 a 20 ore dopo il consumo (a volte anche dopo 24-32 ore).
Sindrome FALLOIDEA:
Latenza dalle 6 alle 24-30 ore (quando non ingerita in commistione con altre specie). La tossicità è legata alla presenza di amatossine, è sufficiente anche un solo cappello (circa 20 gr.) a determinare gravi intossicazioni.
Principali sintomi: inizialmente sono caratterizzati da frequenti episodi di vomito alimentare, poi biliare e diarrea coleriforme, che portano ad una rapida disidratazione ed a squilibri elettrolitici con conseguente calo della pressione sanguigna, astenia, crampi muscolari, insufficienza renale acuta, acidosi metabolica. Questa prima fase dura 1-2 giorni durante la quale si rischia il collasso cardio-circolatorio. Successivamente si manifestano lesioni gravissime al fegato, con il blocco della sintesi delle proteine  e conseguente morte cellulare. Dopo il quinto giorno compaiono anche emorragie digestive, segni di encefalopatia e si instaura una insufficienza renale funzionale secondaria. Il danno può portare a insufficienza epatica acuta e quindi al trapianto del fegato. Nei casi più gravi si verificano emorragie massive, insufficienza respiratoria, collasso cardiovascolare, coma epatico e morte.
Specie responsabili : Amanita phalloides, Amanita verna, A. virosa, A. porrinensis, Galerina marginata, G. autunnalis, G. badipes, Conocybe filaris (= Pholiotina filaris), Lepiota helveola, L. josserandii, L. brunneoincarnata, L. castanea, L. subincarnata, L. clypeolariodes e la maggior parte delle piccole Lepiota delle Sez. Ovisporeae e Lilaceae;
Sindrome ORELLANICA: insufficienza renale con necessità di dialisi o trapianto renale.
La tossicità è causata da orellanina una sostanza tossica che non si inattiva con l'ebollizione o l'essiccamento. La dose letale è di circa 40 g. di fungo fresco.
Latenza da 4-48 ore fino a 20 giorni, eccezionalmente anche di più.
Principali sintomi: disturbi gastrointestinali con nausea, vomito alimentare, diarrea, dolori epigastrici, spesso è presente un sapore metallico in bocca. Questi disturbi possono non manifestarsi o essere intervallati da un periodo di latenza di 36 ore, o a volte con intervalli di settimane, dopodichè compaiono dolori muscolari e lombari, cefalea, brividi, inappetenza, seguiti da riduzione della quantità di urina, vomito biliare, iperazotemia, uremia, coma e possibile decesso; l’evoluzione verso un’insufficienza renale è  spesso irreversibile.
Per questo tipo di intossicazione l’unica terapia a disposizione è la dialisi, di supporto durante il periodo di sofferenza renale ed è previsto il trapianto di rene nei casi in cui l’insufficienza renale è irreversibile.
Specie responsabili: Cortinarius orellanus, C. speciosissimus, C. fluorescens.
Sindrome NEFROTOSSICA (o Norleucinica):
Latenza da 4-12 ore e oltre, fino a 48 ore.
Principali sintomi: la prima fase a diverse ore dal pasto si manifesta con dolori addominali, nausea, vomito, diarrea non sempre presente. Dopo 4-5 giorni si manifesta la seconda fase con alterazione della funzione renale, con oliguria fino ad anuria alla quale si associa una lieve insufficienza epatica, nefrite tubulo-interstiziale acuta, aumento della creanitina, edema, astenia. Può manifestarsi anche cefalea, dolori lombari, ipertensione, disturbi del ritmo cardiaco, infezioni urinarie. La prognosi è benigna nella maggior parte dei casi con completa guarigione dopo 20-30 giorni ma si sono verificati anche casi con esito infausto.
Specie responsabili: Amanita proxima, Amanita smithiana, Amanita ovoidea (sospetta), Amanita pseudoporphyria, Amanita neoovoidea, Cortinarius splendens, Cortinarius gentilis, Cortinarius vitellinus. Sospette altre Amanite del Sottogenere Lepidella (A. boudieri, A. gracilior e A. echinocephala).
Sindrome GIROMITRICA:
Latenza da 6 a 24 ore, o più.Il principio attivo tossico è la giromitrina, sostanza parzialmente solubile e sensibile all'essiccazione in quanto volatile. La tossina provoca azione emolitica, epatotossica, nefrotossica ed agisce sul sistema nervoso centrale.
Principali sintomi: si caratterizza per la comparsa di sonnolenza, contratture muscolari, emolisi, anemia emolitica, e nefropatia, danno al fegato e reni con comparsa di ittero e insufficienza epatica, disturbi neuropsichici, agitazione psicomotoria, convulsioni, midriasi. Questi disturbi compaiono dopo ingestioni ripetute e di notevole quantità, comunque variabili da individuo a individuo ma che nei casi più gravi possono portare ad arresto cardiaco e morte.
Specie responsabili: Gyromitra esculenta, G. gigas, G. infula, Helvella crispa, H. lacunosa, Helvella elastica, Cudonia circinans.
Sindrome RABDOMIOLITICA:
Latenza da 24 a 72 ore.
Principali sintomi: marcata astenia, dolori muscolari prevalentemente alle cosce, eritema al volto, sudorazione, nausea modesta senza vomito, non febbre, urine scure, rossastre. L'evoluzione porta a iperpiressia (oltre 42° C), aritmie cardiache, miocardite acuta, aumento della dispnea, grave alterazione della funzione renale. In seguito alla lesione e distruzione delle fibre muscolari del diaframma e del miocardio avviene il decesso. Le cure ospedaliere riescono a risolvere positivamente l'intossicazione se l'intervento avviene nelle prime fasi.
Specie responsabile: Tricholoma equestre , Tricholoma auratum e Russula subnigricans.
Sindrome encefalitica (con alterazione del sistema nervoso centrale):
Latenza : da 2 a 12 giorni e fino a tre settimane.
Principali sintomi: per la prima settimana debolezza agli arti, difficoltà di deambulazione, tremori, disorientamento, nessun disturbo gastrointestinale, dopo 6-8 giorni alterazione dello stato di coscienza, convulsione, stato epilettico, insufficienza respiratoria, edema celebrale, gli effetti sono accentuati e colpiscono i sofferenti ai reni, fino a coma e morte.
Specie responsabili: Pleurocybella porrigens (Pleurotus porrigens).

Le sindromi a lunga latenza sono le più pericolose perché l'insorgenza ritardata della sintomatologia posticipa l'intervento medico che spesso arriva quando i principi tossici hanno causato già danni gravi e irreversibili.
Questi casi devono essere trattati il più precocemente possibile con la lavanda gastrica, carbone a dosi ripetute e con un’infusione di liquidi, in considerazione del fatto che il trattamento è tanto più efficace quanto più è precoce.
Da notare, inoltre, che la maggior parte dei funghi considerati commestibili lo sono dopo adeguata cottura, in quanto da crude contengono tossine termolabili, cioè tossine che vengono degradate dalla cottura. I funghi velenosi e tossici, invece, non subiscono alcuna diminuzione della loro tossicità dopo cottura anche prolungata, in quanto contengono tossine termostabili.

Da sottolineare che non esistono sistemi per determinare la pericolosità di un fungo, quali il cucchiaino d'argento, l'aglio, il prezzemolo, l’assaggio del gatto o della nonnina di casa, o altre credenze popolari. L'unico sistema per non avvelenarsi è conoscere perfettamente i funghi commestibili e almeno le specie velenose simili e farli controllare da Micologi esperti prima del consumo.



NOTE:
Quanto sopra esposto non rappresenta il quadro totale ed esauriente di tutte le sindromi ed annesse sintomatologie ma solo un richiamo all’attenzione di chi consuma funghi con troppa superficialità.


Santi S

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Data di iscrizione : 09.09.15

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